NUOVO '600
MASSIMO GUERRA - l' artista anacronista
MASSIMO GUERRA - l' artista anacronista
MASSIMO GUERRA - l' artista anacronista
È raro oggi vedere un artista che si affidi al proprio talento; un artista che, credendo alla propria ispirazione, insegua naturalmente il proprio destino artistico. Raro perchè la tirannia dell’informazione e il diffondersi di tecniche e supporti meccanici , fotografici e l’uso del computer, hanno finito per comprimere le personalità di tanti pittori che si appiattiscono in una sterile pantomima rituale. La vera pittura è un’altra cosa. È per me motivo di profonda soddisfazione riconoscere nel lavoro di Massimo Guerra il segno della passione e della indipendenza, anacronistica, che ritengo qualità fondamentali e insostituibili perchè un pittore possa essere considerato un artista vero.
Max Von Krieg
Massimo Guerra - l' artista anacronista
Massimo Guerra è dotato di una personalità artistica poliedrica, con solide radici figurative, coltivate sin dai primissimi anni della sua vita. La sua arte è incentrata da sempre, sulla raffigurazione della figura umana e del nudo, soprattutto femminile. Massimo Guerra, riesce nella sua rappresentazione artistica ad esprimere se stesso, il proprio gusto, libero da schemi e preconcetti imposti dalla maniera, liberando il proprio istinto creativo in maniera disinvolta e spontanea, con grande padronanza, spaziando con ogni tecnica, gli aspetti del reale.
Dotato di grande senso estetico, predilige il chiaroscuro e il cromatismo del rosso, battezzato per la sua forza, rosso guerra, filo conduttore delle sue opere che lo rendono riconoscibile agli occhi di chi guarda. La sua arte esprime una carica energetica che coinvolge l’osservatore, invitandolo a immergersi in un mondo reale, a volte solo apparentemente lontano. La soglia tra realtà e finzione è molto sottile. La grande forza di carattere è la spinta che muove la sua mano sulla tela, con una lucida e attenta ricerca di colori e materiali, spesso secondo ricercate tecniche del passato.
Di là della padronanza pittorica e della tecnica, occorre rilevare il senso della sua espressività caratterizzata da un provocatorio anacronismo, che si colloca nell’area di un messaggio di continuità con il passato, con la grande tradizione della pittura barocca, in particolare Caravaggesca.
Il passato è spesso raffigurato nelle sue rappresentazioni visive. L’astante, rimane profondamente colpito da una rappresentazione che rivive in una ritrovata veste, che le tendenze dell’arte moderna non sono riuscite ad annullare Le sue opere ci riportano a una dimensione ormai "trascorsa” definita classica, ma solo un osservatore poco attento non riesce a cogliere nella forza della pennellata e nel cromatismo, il vigore di un’arte che vuole riaffermarsi nel mondo contemporaneo, con la propria unicità. In questa chiave va ricercata la modernità.
Nel suo personale percorso artistico, sacro e profano, non sono mondi separati, ma facce di un’unica medaglia, espressioni dell’esistenza umana, raffigurate senza vincoli moralistici.Massimo Guerra è un virtuoso del pennello, che riporta su tela la sua rappresentazione del reale, con una proprietà e velocità di esecuzione, che lascia effettivamente stupiti per l'abilità propriamente innata. La diversità di stili, acquisita attraversato il suo vissuto artistico può a volte, solo apparentemente confondere, ma gli elementi dominanti come la forza del colore e della pennellata, sono sempre riconoscibili.
L’abilità di poter trasformare con pochi tocchi di mano la materia in qualcosa di immediatamente riconoscibile, senza costruzioni accademiche e spaziando attraverso diversi stili, l’ha reso spesse volte alieno alle regole della mercificazione, imposte dalle tendenze della moderna avanguardia.
La sua espressione pittorica è il linguaggio di un artista che cerca di rappresentare il figurativo come espressione più che mai appartenente al divenire, in un periodo d’inabilità artistica. Come l’orecchio umano percepisce una nota fuori tempo, così l’occhio umano non può essere ingannato da rappresentazioni sterili e vuote. Massimo Guerra, incarna la forza espressiva allo stato puro, realizzando con il pennello, nudi e figure reali, ben definite con luci e ombre, che danno movimento all'opera. I suoi ritratti, per niente statici, appaiono vivi nello sguardo dei volti che ritrae e, nell’impeto del colore. La dimensione di tale suggestivo realismo, non viene mai meno, ma trova incredibilmente, una maggiore esaltazione nei graffiti su tavola, dove l’assenza di materia cromatica, non può ingannare la forma.
L’artista, non a caso, predilige per le sue opere le grandi dimensioni, elemento fortemente celebrativo nell’esaltazione della sua pittura figurativa. La forza espressiva dei suoi colori e dei palpitanti rossi, colpiscono l’osservatore, evocano sorprendenti visioni, che fanno della sua pittura, momenti d’intensa emozionalità. L'atto creativo gli consente di trasferire su tela quell'essenza segreta di un’arte nobile e prestigiosa, frutto di un vissuto artisticamente recente, ma sentimentalmente remoto. La lunga esperienza acquisita nella rappresentazione dal vero e, gli studi sui grandi maestri del passato, suo pittore preferito “Caravaggio”, ha favorito in lui l’acquisizione di un patrimonio di conoscenze, indispensabile per materializzare il suo “pensiero pittorico”. Un artista, in cui legame con il passato, in una sorta di magica alchimia, costituisce il suo vero valore.
Giusy Carrillo